II giudice Sinisi a cena con l'avvocato di Pizzarotti
Articolo pubblicato su "La Voce di Parma" del 15 aprile 2008
II dottor Paolo Pizzarotti, oltre che un bravo e capace imprenditore (la sua impresa è una delle prima in campo europeo) è assistito anche, bisogna riconoscerlo, da una grande fortuna. Quella di capitare sempre, quando incappa in qualche grana giudiziaria presso il Tribunale di Parma, in giudici che, come gli arbitri di calcio non solo - e questo è umanamente comprensibile - sono solitamente predisposti a dar ragione ai più forti (e a Parma non c'è nessuno in questo momento che sia forte come il dottor Pizzarotti) - ma anche magistrati amici suoi o dei suoi amici, cosa che, invece, solleva qualche dubbio e qualche perplessità e non solo dal punto di vista deontologico.
Sappiamo infatti che in occasione di quasi tutte le sue disavventure penali per le vicende parmigiane di tangentopoli si trovava ad essere "giudicato", nella veste di Gip dal dottor Vittorio Zanichelli, suo compagno di studi giuridici all'Università e, nella veste di Pubblico Ministero, dal dottor Francesco Saverio Brancaccio, addirittura un suo "compagno di merende", nel senso letterale del termine, ovviamente, cioè da un magistrato che frequentava la sua villa di Ozzano per cameratesche partite a pallone, al termine delle quali, presumibilmente, i partecipanti venivano invitati anche a fare "merenda" con prosciutto e il miglior spumante.
Per le "grane" civili non subite (probabilmente non esiste nessuno che abbia mai osato fare causa al Cavaliere) ma procurate ad altri, invece, apprendiamo adesso che aveva la fortuna di essere giudicato a Parma da giudici amici del suo legale storico, l'avvocato Walter Gaibazzi, deceduto qualche anno fa.
Il giudice Sinisi, infatti, a cui fu assegnata, sicuramente per puro caso, la causa intentata dalla Pizzarotti S.p.a. contro il nostro direttore, reo di avere "gravemente diffamato" l'impresa di costruzioni del Cavaliere per avere osato denunciare pubblicamente lo scandalo delle "Case della Polizia" di via Budellungo, e che riconobbe la sussistenza di questa "grave diffamazione", con conseguente condanna di primo grado (poi annichilita dalla Corte d'Appello di Bologna con le motivazioni che riportiamo in questa stessa pagina) era amico intimo dell'avvocato di Pizzarotti Walter Gaibazzi, al punto di essere uno degli invitati d'onore, unitamente alla propria famiglia al gran completo, a certi incontri conviviali organizzati a Berceto dal noto legale.
Famosa è rimasta la cena nel ristorante "Foresta di Bard", costata un procedimento penale a Firenze a un altro giudice, Renato Mari (che, tra l'altro, qualcuno sostiene essere legato al Cavaliere da un grado di parentela), salvato solo grazie alla prescrizione. La presenza dei due .giudici del Tribunale di Parma al convivio indetto e pagato dall'avvocato Gaibazzi è stata rivelata dall'avvocatessa consulente della Cassa di Risparmio Lucia Silvagna.
Interrogata nel procedimento fiorentino, in qualità di persona informata sui fatti dagli ufficiali di P.G. Pocek e Biondi, rispettivamente vice questore aggiunto e ispettore superiore della Questura di Firenze, sezione criminalità organizzata, l'avvocatessa ha dichiarato: "Conosco il giudice Mari in quanto è uno dei giudici del Tribunale di Parma. Con lui non c'è frequentazione, ci incontriamo in Tribunale. Solo una volta in un'estate, forse dell'anno 2000, mi è capitato di constatare che era tra gli invitati dell'avvocato Gaibazzi in una cena organizzata in montagna presso un ristorante vicino a Berceto. Io avevo a mia volta invitato il professor Michele Pallottini, professore di spagnolo, amico mio e di Walter Gaibazzi. Quella sera a cena eravamo quindi io e mio marito Oreste Torelli, medico di base, il professor Pallottini, l'avvocato Gaibazzi, il giudice Renato Mari e sua moglie, di cui non ricordo il nome ma so che lavora in una banca, l'avvocato Mariuccia Sissa con il marito Antonello Zoni medico cardiologo, entrambi amici miei di famiglia e di Gaibazzi. C'era poi il giudice Nicola Sinisi con la moglie di cui non ricordo il nome e la professione, le loro due figlie minori. La cena è stata offerta dall'avvocato Gaibazzi che, come suo solito, quando si va a Berceto impone di accettare la sua ospitalità. Lui è una persona molto generosa. I due magistrati li abbiamo incontrati lì a Berceto. Presumo che li abbia invitati l'avvocato Gaibazzi".
Ad altra domanda l'avvocatessa risponde: "Confermo la cena e i presenti. Non sono in grado di ricordare che durante la serata abbiamo commentato un articolo dell'Espresso, ne tanto meno abbiamo parlato di cause, l'avrei trovato fuori luogo e inopportuno. Tra l'altro l'avvocato Gaibazzi era seduto rispetto ai due magistrati dalla parte opposta di un grande tavolo e non ricordo particolari discorsi di questi commensali".
Escludiamo ovviamente, perchè posteriore, che l'avvocato Gaibazzi e il giudice dottor Nicola Sinisi abbiano in quel frangente parlato anche della nostra causa intentata dal cliente più eccellente (quello che qualifica uno studio legale) dello studio Gaibazzi, cioè il Cavalier Pizzarotti, ma è sempre bene ricordare che, come è stato affermato da più parti (incluso l'ex presidente della Repubblica Ciampi, nella sua veste di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura), "il giudice non deve solo essere imparziale, ma anche apparire tale". Cosa che, di fronte ad un ottimo, profùmatissimo piatto di funghi porcini in quel periodo al massimo della fragranza, poteva lasciare qualche dubbio in chi, eventualmente, avesse casualmente osservato i componenti di quell'allegro convivio.
In questa luce di solito un giudice che non vuole giustamente rinunciare a un piatto così prelibato e a un anfitrione al quale non si può dire di no, ha la sensibilità di astenersi da cause nelle quali siano in qualche modo coinvolti i clienti dell'ospite.
Parma 13 giugno 2008