Articolo tratto da Polis Quotidiano del 20 gennaio 2008
METRÒ: SOLO LA COMMISSIONE CI COSTA 230MILA EURO
70mila al presidente e 40mila a ciascuno dei quattro tecnici. Più viaggi e ristoranti. Altri 150mila al cda. E ci sono già 8 milioni di debiti
Quando si parla di società pubbliche si aprono squarci su paradisi che fanno impallidire il mondo dei comuni mortali. Non stiamo certo parlando di paradisi fi scali quanto di retribuzioni e consulenze per chi ha la fortuna di trovare un ente pubblico come amico. Compensi, incarichi, studi. Con allegria.
Poi ci sono i rimborsi, talvolta forfettari, ma quando sono "a piè di lista" aprono davvero il drappo rosso che porta a Cartoonia dove improvvisamente il mondo ti sorride. Non bisogna scegliere un mezzo economico per viaggiare né la trattoria fuori mano, perché tutto quello che viene consumato per svolgere l'incarico viene rimborsato, dal caffé corretto all'auto con autista.
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Certo, qualche volta - come nel caso in questione - è l'unico modo per portare a Parma un magistrato da Roma, un ingegnere da Bologna o da Genova, un geologo da Torino o un architetto da Napoli e rifi lare loro una "grana" come la scelta del miglior progetto per la metropolitana di Parma. Così per riuscire a formare la commissione esaminatrice secondo i criteri chiesti dal sindaco Pietro Vignali (un magistrato come presidente e quattro tecnici con competenze specifi che provenienti dalle città metropolitane) la società creata dal Comune per gestire l'appalto, Metro Parma, ha dovuto mettere generosamente mano al portafoglio.
Per il presidente, Alberto de Roberto, una lunga carriera nella giustizia amministrativa culminata con cinque anni di presidenza nel Consiglio di Stato, è stato predisposto un contratto da 70 mila euro. "Solo" 40 mila, invece, per ciascuno dei componenti della commissione che portano comunque a 230 mila euro i compensi per la loro prestazione professionale. Una prestazione che non ha limiti prefi ssati anche se interesse di tutti è non portarsi alle calende greche. Massima variabilità anche per i rimborsi e visto che stiamo parlando di titolati professionisti auto a disposizione, viaggi arei o trasferimenti in 1a classe rappresentano la norma. Per non parlare dei ristoranti che vengono puntualmente rimborsati da Metro Parma. E mangiare a Parma, ahimé, non è a buon mercato.
Ogni riunione della commissione sposta cinque persone - da Roma, Bologna, Genova, Torino e Napoli - per un totale di 1.700 chilometri di viaggi da coprire e almeno dieci pasti giornalieri da rimborsare. Da non dimenticare l'albergo quando vengono fi ssate riunioni almeno di due giorni, per ottimizzare i tempi. Facile ipotizzare 800/1000 euro per gli spostamenti (limitando al massimo l'uso dell'areo); 400-500 euro al giorno per i pasti e analoga cifra per l'albergo. Ma non è fi nita perché nel frattempo Metro Parma ha un consiglio d'amministrazione in carica che ha fi ssato i compensi attribuendo, in linea con i vincoli della Finanziaria, 52 mila euro al presidente Renzo Rossolini e 45.900 ai consiglieri Maurizio Ghillani ed Ercole Incalza. A partire dal 2007.
A questi occorrerebbe aggiungere onorari e trasferte dell'avvocato della società, il consulente salernitano di nascita e romano d'adozione, Marco Antonio Monaco che segue le partecipate del Comune. Toccò a lui infatti il delicato compito di fornire uno straccio di motivazione giuridica ai consiglieri comunali sulle operazioni immobiliari della Spip per le quali il sindaco non volle fornire garanzie alle banche. In tutto, solo per i compensi considerati, vale a dire 8 persone, si raggiunge la ragguardevole cifra di 374 mila euro. In una società con un capitale sociale di 450 mila. Ma la domanda delle domande è: come paga Metro Parma onorari, compensi e rimborsi spesa non avendo alcuna entrata propria? Semplice. Andando a chiedere i soldi a chi li ha ovvero alle banche.
Alla fi ne del 2006, prima di affrontare queste ulteriori voci di spesa, il bilancio della società registrava un indebitamento "vs banche" di 8,1 milioni di euro (sette collezionati nel solo 2006) di cui oltre la metà "a breve", ovvero da ripianare entro 12 mesi. Compito a cui sarà chiamato il Comune di Parma non avendo la società altro referente che i vertici di piazza Garibaldi e non avendo in previsione, entro i 12 mesi, alcuna produzione di ricavi e men che meno di utili. Metro Parma è infatti una costola dell'ammnistrazione comunale, costruita per offrire maggior agilità di movimento al principale appalto che si trovi a gestire il Comune di Parma, ovvero ai 306 milioni del "sistema di trasporto rapido a guida veicolata per la città di Parma", come da dicitura tecnica. Ma fi nché non venderà i biglietti, data da destinarsi, non vedrà alcun incasso.
Valentina Zinelli