
ROMA: LA METRO DI PARMA SALTA ANCORA
IL COMUNE CHE FA?
Articolo tratto da parma.repubblica.it
La metropolitana di Parma non è, al momento, all'ordine del giorno
della riunione del Cipe in programma venerdì prossimo e tantomeno
dell'incontro preparatorio fissato il giorno prima. Segno evidente
che la situazione, dopo la seduta del 31 luglio scorso (LEGGI),
non ha riscontrato chiarimenti tali (anche se i bene informati
parlano del sottosegretario Gianni Letta attivo, oltre che sulle
Fiere, anche su questo fronte) da poter essere nuovamente discussa
dai ministeri competenti (Tesoro e Infrastrutture), e ovviamente
dai rappresententati del Comune di Parma, a Roma al Comitato
interministeriale per la programmazione economica (LEGGI).
I tempi quindi si allungano ancora e siamo ben lontani dagli
annunci di inizio anno quando il sindaco Pietro Vignali affermava,
con ampi titoli sui giornali, che il 2009 sarebbe stato l'anno
della metropolitana. La realtà è che il progetto è bloccato da mesi
e il primo cittadino, a parte qualche stringata dichiarazione in
consiglio comunale, al momento poco ha fatto per chiarire ai
cittadini (che lo hanno votato a capo di una coalizione favorevole
al metrò) come la giunta intende procedere.
Tutto fermo, allora? Non esattamente. Innanzitutto
l'amministrazione aspetta con grande fibrillazione che il governo
approvi il secondo decreto anti crisi che consentirebbe di
mantenere a Parma almeno una parte (il 30% ? il 50%?) delle risorse
pro metro già accantonate dallo Stato (172 milioni di euro)
per destinarle ad altre opere pubbliche cittadine.
L'amministrazione comunale, infatti, prende tempo
aggrappandosi all'appiglio dei 34 milioni mancanti per il materiale
rotabile (LEGGI) ("Una
scusa" per l'assesore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri
LEGGI)
ma la ragione principale è la mancanza di volontà politica
nel portare avanti l'opera, il cui iter era stato avviato
dall'amministrazione Ubaldi (l'ex sindaco che il metrò continua a
difendere) con Vignali assessore all'Ambiente e alla viabilità.
Il primo cittadino e il suo staff sono al lavoro per trovare una
exit strategy che, come richiesto anche dal Pd, che sollecita
l'amministrazione a ufficializzare la retromarcia (LEGGI),
consenta (re) impiegare i fondi per dare una risposta ai problemi
viari della città. In che modo? Si parla di una doppia linea
tramviaria veloce a corsia preferenziale in grado di collegare la
città da nord a sud e da est a ovest. Un progetto meno invasivo a
livello di cantieri e meno dispensioso della metro che comunque, è
nelle speranze dei fautori, darebbe uno sbocco efficace ai problemi
del traffico e in più su un doppio tracciato, non su un'unica
linea: dal campus alla stazione e sulla direttrice via Emilia, la
più intasata e bisognosa di alternative (a questo proposito si
discute anche dell'ipotesi di stornare i soldi per costruire la via
Emilia bis).
Ci si muove e si ragiona sul da farsi, sottostraccia, in attesa di
capire che ne sarà dei finanziamenti statali. Perchè
senza erogazioni nulla è possibile. A iniziare dalle risorse, nel
caso lo scontro non trovasse altre vie che quelle legali, che
l'amministrazione dovrà mettere sul piatto per risarcire le ditte
appaltatrici, tra cui capofila è la parmigiana Pizzarotti
(LEGGI).
E a proposito di opere pubbliche, c'è chi con insistenza afferma
che a breve prenderà corpo nel dibattito politico anche la
questione stadio. Che tutto, alla fine, possa intrecciarsi?La metropolitana di Parma non è, al momento, all'ordine del giorno
della riunione del Cipe in programma venerdì prossimo e tantomeno
dell'incontro preparatorio fissato il giorno prima. Segno evidente
che la situazione, dopo la seduta del 31 luglio scorso (LEGGI),
non ha riscontrato chiarimenti tali (anche se i bene informati
parlano del sottosegretario Gianni Letta attivo, oltre che sulle
Fiere, anche su questo fronte) da poter essere nuovamente discussa
dai ministeri competenti (Tesoro e Infrastrutture), e ovviamente
dai rappresententati del Comune di Parma, a Roma al Comitato
interministeriale per la programmazione economica (LEGGI).
I tempi quindi si allungano ancora e siamo ben lontani dagli
annunci di inizio anno quando il sindaco Pietro Vignali affermava,
con ampi titoli sui giornali, che il 2009 sarebbe stato l'anno
della metropolitana. La realtà è che il progetto è bloccato da mesi
e il primo cittadino, a parte qualche stringata dichiarazione in
consiglio comunale, al momento poco ha fatto per chiarire ai
cittadini (che lo hanno votato a capo di una coalizione favorevole
al metrò) come la giunta intende procedere.
Tutto fermo, allora? Non esattamente. Innanzitutto
l'amministrazione aspetta con grande fibrillazione che il governo
approvi il secondo decreto anti crisi che consentirebbe di
mantenere a Parma almeno una parte (il 30% ? il 50%?) delle risorse
pro metro già accantonate dallo Stato (172 milioni di euro)
per destinarle ad altre opere pubbliche cittadine.
L'amministrazione comunale, infatti, prende tempo
aggrappandosi all'appiglio dei 34 milioni mancanti per il materiale
rotabile (LEGGI) ("Una
scusa" per l'assesore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri
LEGGI)
ma la ragione principale è la mancanza di volontà politica
nel portare avanti l'opera, il cui iter era stato avviato
dall'amministrazione Ubaldi (l'ex sindaco che il metrò continua a
difendere) con Vignali assessore all'Ambiente e alla viabilità.
Il primo cittadino e il suo staff sono al lavoro per trovare una
exit strategy che, come richiesto anche dal Pd, che sollecita
l'amministrazione a ufficializzare la retromarcia (LEGGI),
consenta (re) impiegare i fondi per dare una risposta ai problemi
viari della città. In che modo? Si parla di una doppia linea
tramviaria veloce a corsia preferenziale in grado di collegare la
città da nord a sud e da est a ovest. Un progetto meno invasivo a
livello di cantieri e meno dispensioso della metro che comunque, è
nelle speranze dei fautori, darebbe uno sbocco efficace ai problemi
del traffico e in più su un doppio tracciato, non su un'unica
linea: dal campus alla stazione e sulla direttrice via Emilia, la
più intasata e bisognosa di alternative (a questo proposito si
discute anche dell'ipotesi di stornare i soldi per costruire la via
Emilia bis).
Ci si muove e si ragiona sul da farsi, sottostraccia, in attesa di
capire che ne sarà dei finanziamenti statali. Perchè
senza erogazioni nulla è possibile. A iniziare dalle risorse, nel
caso lo scontro non trovasse altre vie che quelle legali, che
l'amministrazione dovrà mettere sul piatto per risarcire le ditte
appaltatrici, tra cui capofila è la parmigiana Pizzarotti
(LEGGI).
E a proposito di opere pubbliche, c'è chi con insistenza afferma
che a breve prenderà corpo nel dibattito politico anche la
questione stadio. Che tutto, alla fine, possa intrecciarsi?