Articolo tratto da Polis Quotidiano del 25 gennaio 2008
Troppa speculazione: la città non è più un bene
Incontro a Parma con l'urbanista Edoardo Salzano: "I centri urbani si ingrandiscono per aumentare la valorizzazione immobiliare"
"La città cantiere" è stato lo slogan, il leit motiv che ha contraddistinto le ultime due Amministrazioni targate Elvio Ubaldi. La città delle grandi opere, dei mille cantieri aperti, delle rotonde ed ora della metropolitana. La città cantiere è stato, e forse lo è ancora, un modo di intendere Parma, come luogo che aveva la necessità di espandersi, di trasformarsi, di ingrandirsi.
Un'idea sbandierata e usata a destra e a manca. Un cavallo di battaglia delle affermazioni elettorali. Un concetto che si è trasformato in realtà e che è sotto gli occhi di tutti. Ma il lavoro fatto serve veramente ad ognuno di noi, soddisfa le esigenze, risponde ai bisogni, alle necessità di chi vi abita, di chi la città l'attraversa per viverci e per lavorarci? Sono queste le domande ed è questo, in estrema sintesi, il senso, la chiave di lettura del incontro che si è svolto nei locali dell'Ospedale Vecchio.
Un'iniziativa che ha visto la presenza di numerosi esponenti della politica locale dai consiglieri di minoranza Carla Mantelli del Partito democratico e Marco Ablondi di Rifondazione comunista a quella di due esponenti dell'Amministrazione comunale, Cristina Sassi e Pietro Somenzi rispettivamente assessori all'Ambiente e alla Mobilità. Un appuntamento che ha preso le mosse dalla presentazione del libro dell'architetto Edoardo Salzano , dal titolo più che mai emblematico "Ma dove vivi?". Un testo che parte dal presupposto che la città « è un bene comune» , è la « casa della società» e la collettività dovrebbe partecipare a trasformarla. Ma per cambiarla è necessario che prima la si conosca e la si comprenda. « La città cambia - spiega Salzano - ma cambia male".
Cresce perchè gli interessi individuali prevalgono su quelli collettivi . In passato i piani regolatori venivano fatti sulla base del fabbisogno, della necessità di alloggi e di servizi . Ora però non è indispensabile che i centri urbani crescano. E spesso si ingrandiscano per aumentare la valorizzazione immobiliare.» Queste battute pronunciate dall'autore sono lo spunto, ha spiegato Andrea Bui, uno degli organizzatori, per aprire un dibattito «serio e reale» sulla città di Parma. L'occasione, come si dice, fa l'uomo ladro e allora ecco che è iniziata una discussione sui luoghi che tutti noi conosciamo, ad iniziare dallo storico edificio che ospita l'incontro, l'Ospedale vecchio la cui ristrutturazione è vista come un esempio di trasformazione di un bene comune in merce.
Carla Mantelli ha spiegato come la crescita e il consumo di suolo viene giustificata dal Sindaco con un aumento delle funzioni e della capacità attrattiva di Parma sul territorio. Giuseppe Massari ha, invece, parlato della volontà da parte dell'Amministrazione di voler realizzare un'infrastruttura come la Metropolitana. Un'opera che non serve alla città e su cui il presidente del consiglio comunale ha negato ai parmigiani di esprimersi tramite un referendum. Cristina De Bernardis ha chiesto perchè si cancellano ex aree industriali non investendo sui progetti di recupero di quest'ultime.
Tutte questioni aperte che investono Parma, tutte domande alle quali Salzano risponde seguendo alcune linee guida, ristabilendo cioè il principio che la disponibilità del suolo sul quale la città è costruita appartiene alla collettività che la esprimono attraverso le istituzioni. L'interesse quindi deve essere quello di tutti i cittadini. Una pianificazione regionale, provinciale, comunale, che non deve impoverire una zona a discapito di un'altra e quindi la capacità attrattiva di un luogo spesso ne danneggia un altro. L'unica strada percorribile, come nel caso della metropolitana, è quella di far capire alla maggior parte delle persone che il progetto è sbagliato che non è utile ai cittadini che ce ne possono essere altri più funzionali. «Perchè - ha aggiunto Salzano - un cittadino più consapevole fa un'amministrazione più consapevole» . Beata ingenuità.
Massimiliano Brunetti