Articolo estratto da PolisQuotidiano.it dell'8 luglio 2008
Metrò: Impregilo e Cmb si preparano a fare ricorso
Le imprese che si sono piazzate al secondo posto nella gara hanno dato mandato ai propri legali di valutare l'esito della procedura
Gli atti del procedimento consegnati con una certa riluttanza e dopo diverso tempo e soprattutto a seguito di numerose sollecitazioni. Documentazione che poi si sarebbe rivelata infarcita di errori e non conforme alle disposizioni del bando di gara. Sarebbero questi i motivi che hanno spinto l'Impregilo e la cooperativa modenese Cmb a dare mandato al proprio legale di presentare un ricorso al Tar contro l'assegnazione dell'appalto per la progettazione e la realizzazione della metropolitana di Parma. Appalto assegnato da Metro Parma all'associazione temporanea d'imprese formata dalla parmigiana Pizzarotti e dalle cooperative Coopsette e CCC (nella gara Impregilo e Cmb si erano classificate al secondo posto).
Proprio per verificare se tutto era filato liscio Impregilo e Cmb, conosciuto l'esito della gara, avevano chiesto a suo tempo di poter avere una copia della documentazione presentata dal gruppo di imprese vincitrici. Una richiesta che si è trasformata in una sorta di tira molla con Metro Parma. La società di trasformazione urbana di proprietà del Comune responsabile dell'intera procedura, infatti, solo alla fine del mese scorso ha dato il via libera all'accesso alla documentazione. E dalla consultazione delle migliaia di fogli che compongono il plico con le offerte, i tecnici e i legali di Impregilo e Cmb avrebbero rilevato la presenza di alcune mancanze in grado di chiedere l'annullamento della gara.
In particolare mancherebbe la firma di alcune centinaia di pagine della documentazione che invece, secondo espressa richiesta di Metro Parma, dovrebbe essere stata tutta siglata e vidimata da tutte le società che hanno preso parte all'appalto. In più, sempre secondo Impregilo e Cmb, dall'analisi della documentazione emergerebbe anche che Pizzarotti, Coopsette e CCC avrebbero commesso un errore inserendo documenti contenenti elementi economici dell'offerta all'interno della busta che conteneva invece gli elementi tecnici del progetto. Un secondo errore che sarebbe stato commesso dall'associazione di imprese che ha vinto la gara e che non sarebbe stato sottolineato dalla commissione giudicatrice. Nel loro ricorso le imprese classificatesi al secondo posto nella gara sarebbero intenzionate chiedere un consistente risarcimento.
Ma la storia recente del progetto e della gara per la realizzazione della metropolitana di Parma è contrassegnata da diversi contenziosi legali. La prima causa al Tar l'ha intentata una delle imprese escluse dalla gara per la progettazione e realizzazione dell'opera, la Vianini del gruppo Caltagirone. Un ricorso ritenuto infondato dal Tribunale amministrativo delle nostra città lo scorso aprile. La Vianini venne esclusa perchè aveva presentato un documento della gara in inglese mentre tutta la documentazione doveva essere redatta esclusivamente in italiano. L'atto in questione, ritenuto fondamentale per il presidente della commissione giudicatrice, era una precontratto per la fornitura della talpa, presentato in lingua inglese e non in quella italiana come richiesto dal bando di gara. La società, nel ricorso, ha ritenuto il documento non indispensabile ai fini della gara in quanto esisteva, redatto in lingua italiana, la disponibilità di una talpa per scavare le gallerie.
Ma i giudici hanno respinto la motivazione in quanto hanno ritenuto che l'omissione di determinati adempimenti comporta comunque l'estromissione dalla gara. Ma lungo il cammino della metropolitana si è frapposto anche un altro intoppo: la richiesta di un referendum da parte del comitato Stop Metro. La possibilità di indire il referendum che era stata respinta dal presidente del consiglio comunale Elvio Ubaldi con la motivazione che l'opera, essendo stata inserita nelle Legge Obiettivo voluta dal Governo Berlusconi, era salita al rango di infrastruttura strategica di valenza nazionale. "L'opera supera i confini locali e quindi non può essere regolamentata da un referendum abrogativo cittadino". Una tesi accolta anche dal giudice Nicola Sinisi del Tribunale civile di Parma. Secondo scoglio superato sino a questo punto. Adesso si tratterà di vedere se e come sarà possibile far fronte alla nuova grana legale che si profila all'orizzonte: quella del ricorso dell'Impregilo e della Cmb.